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Il Nottingham Forest ritrova grinta e spirito grazie alla vittoria d'esordio di Dyche
Ven 24 Ott 12:37 - CALCIO

Sean Dyche si fermò sulla linea di fondo campo e ascoltò il boato del City Ground mentre il Mull of Kintyre echeggiava tra gli spalti. La canzone, sinonimo del Nottingham Forest sin dal trionfo del 1978 sotto la guida di Brian Clough, segnò l'inizio di una nuova era per il terzo allenatore del club in questa stagione.

Per Dyche, è stato un momento di svolta: 35 anni dopo aver lasciato il Forest come giovane difensore per il Chesterfield, ora, tornato da allenatore e guidato la squadra alla vittoria per 2-0 in Europa League contro il Porto, ha assaporato l'occasione.

"Ho aspettato a lungo questo momento", ha detto Dyche. "Quando ero qui da bambino, nell'87, tutto ciò che volevo era indossare la maglia. Tornare come allenatore è speciale. Ho imparato a rallentare in quei momenti, a viverli davvero."

La vittoria ha posto fine alla serie di otto partite senza vittorie del Forest e ha offerto a Dyche un inizio da sogno in Europa, suggellato dai calci di punizione di Morgan Gibbs-White e Igor Jesus.

Le modifiche tattiche portano stabilità

Con l'attaccante Chris Wood fuori gioco per un infortunio al ginocchio, Dyche si è ritrovato senza un giocatore chiave che aveva allenato al Burnley, dove Wood aveva segnato 53 gol per lui. In sua assenza, Igor Jesus è partito titolare in attacco, calandosi in profondità per scompaginare la formazione del Porto e segnando il suo terzo gol in Europa League su rigore.

Dyche ha rimodellato il Forest in un 4-4-2 più compatto, offrendo ai difensori centrali Murillo e Nikola Milenkovic una migliore protezione da Elliot Anderson e Douglas Luiz, schierati più arretrati a centrocampo. Il gioco instancabile di Anderson ha permesso a Gibbs-White di muoversi tra le linee, affiancato da Callum Hudson-Odoi e Dan Ndoye.

Gli esterni hanno offerto ampiezza in ogni fase, sebbene i loro passaggi finali spesso mancassero di precisione. In particolare, costosi acquisti estivi come James McAtee, Omari Hutchinson, Dilane Bakwa e Arnaud Kalimuendo sono stati per lo più esclusi, con solo McAtee e Kalimuendo richiamati in panchina.

L'impostazione pragmatica di Dyche – un omaggio all'approccio disciplinato del Forest sotto la guida di Nuno Espirito Santo – contrastava nettamente con il pressing alto che l'ex allenatore Ange Postecoglou aveva cercato di attuare. Il risultato fu la prima porta inviolata del Forest in 21 partite, risalente alla vittoria di aprile contro il Manchester United.

"Finalmente stasera posso respirare", ha detto Gibbs-White. "Il mister ci ha ridato fiducia. Si percepisce la positività: è merito suo se ce l'ha restituita."

I fan abbracciano la nuova era

I tifosi del Forest, che si erano accaniti contro Postecoglou durante la precedente trasferta europea, hanno mostrato una rinnovata passione fin dal fischio d'inizio. L'atmosfera, carica di ottimismo, rifletteva il loro apprezzamento per il legame di Dyche con il club e la sua storia.

Nei suoi commenti pre-partita, Dyche ha fatto riferimento al ricordo del cane di Brian Clough, Del Boy, che gli correva tra i piedi quando era un giovane giocatore, un gesto che ha avuto un profondo impatto sui tifosi. Anche il suo staff, tra cui gli ex giocatori del Forest Ian Woan e Steve Stone, ha sottolineato il senso di ritorno a casa.

Durante la partita, i tifosi sono rimasti fedeli alla propria squadra anche quando il Porto sembrava aver pareggiato con Jan Bednarek, ma il VAR ha dichiarato il fuorigioco. I fuochi d'artificio hanno illuminato il cielo dopo il fischio finale, mentre i cori di "Forest are back" risuonavano per tutto lo stadio.

Dyche ha riconosciuto il calore degli spalti. "Dal rumore si capisce se è per te o no", ha detto. "Vincere aiuta, ovviamente. Questi tifosi vogliono solo vedere una squadra che indossa la maglia con orgoglio. Se accettano me e il mio staff in questo modo, significa molto. Spero che questa sensazione continui a crescere".

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