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17:26   11-08-2015
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La tragedia del Vietnam vissuta attraverso lo sguardo del giovane volontario Chris(Charlie Sheen)che si ritrova immediatamente catapultato nel bel mezzo del conflitto,della morte,della follia e della paura.Alla guerra contro i Vietkong si sovrappone il conflitto interno che spacca in due il plotone:da una parte il tenente Barnes(Tom Berenger),veterano sopravvissuto a numerose ferite con l'attitudine del killer più spietato,dall'altra il tenente Elias (Willem Dafoe),che comincia a nutrire seri dubbi sul vero senso della guerra e usa la marijuana per sfuggire alla realtà.Chris,spinto dal precipitare degli eventi,dovrà decidere da quale parte schierarsi e scegliere l'eredità del "padre buono" o di quello "cattivo".Vincitore di 4 premi Oscar(miglior film, regia, montaggio e suono),Platoon è un film che non nasconde il lato oscuro della guerra.Basato sull'esperienza vissuta in Vietman da Oliver Stone,mostra apertamente il meglio,ma anche il peggio,dei soldati,giovani americani catapultati improvvisamente dal benessere USA alla realtà della "sporca guerra",i nervi che cedono,gli scoppi di violenza improvvisa ed immotivata sulle popolazioni locali,gli stupri ed i massacri,ma anche gli atti di eroismo e la solidarietà tra commilitoni.La simbologia è semplice e di immediata comprensione:nel conflitto tra due i sergenti,il killer Barnes e il riflessivo Elias,padri spirituali e modelli del giovane Chris,si trovano a confronto due Americhe,quella a favore della "sporca guerra" e quella contraria(o,se vogliamo,quella repubblicana e quella democratica).La figura di Elias viene ripetutamente accostata,nel corso del film,a quella del Cristo,fino all'apocalittico prefinale ed alla morte di Elias nella giungla con le braccia spalancate e tese verso l'alto,osservata dall'impotente Chris dall'elicottero che lo conduce verso la salvezza.La scelta di questi due attori,all'interno di un cast che brilla per compattezza e bravura,compreso il protagonista Sheen che, nell'interpretazione del giovane soldato inesperto, mostra un giusto mix di coraggio ed insicurezza, risulta particolarmente significativa.Berenger,col volto segnato dalle cicatrici e lo sguardo iniettato di sangue,risulta violento e brutale quanto basta,ma la vera rivelazione è Willem Dafoe,da sempre relegato ai ruoli di folle villain,che stavolta presta il suo ghigno luciferino ad un eroe umano e positivo,gettando una luce ambigua anche sulla "santità" di Elias.