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liberi pensieri della bala |
Il calcetto tra amici, assieme al nepotismo e al pressapochismo, è uno dei dogmi sacri del nostro beneamato stivale. Non esiste maschio italico che non si cimenti almeno una sera alla settimana in avvincenti sfide con e contro i propri soci, ingaggiando scontri all?ultimo sangue in campo e all?ultimo centimetro in spogliatoio. I motivi che spingono a considerare tale avvenimento settimanale irrinunciabile si possono riassumere semplicemente nell?esigenza di fuggire dai problemi della quotidianità e nella necessità di sfoggiare maglie ufficiali della squadra del cuore, al fine di identificarsi con il campione del momento e dimenticare per un istante quanto la felicità dipenda dall?umore del proprio capo.
Ma la partita di calcetto è anche e sopratutto un contenitore di tipi umani; stereotipi indistruttibili che dipingono le tele dei campetti di periferia con le loro maschere e le loro commedie.
L?oltreuomo ha deciso di raccoglierne alcuni, sicuri che ci sarà chi non avrà difficoltà ad identificarsi.
