GRAND PRIX
Ciao Jules.... 17 forever!

 

Doveroso tributo ad un pilota di sicuro avvenire, ma vittima del destino, tutto quello che è successo ha dell'incredibile, la sicurezza in pista e le dinamiche dell'incidente evitabilissimo lasciano ancor di più l'amaro in bocca. Ritirato il numero di macchina, quel 17 che tanti se non tutti avrebbero evitato ma che Bianchi se l'è cucito addosso per tutta la vita.
 
A Nizza, nella cattedrale di Santa Riparata, si sono svolti martedì 21 luglio i funerali di Jules Bianchi, pilota francese deceduto dopo una battaglia di nove mesi seguita ad un incidente durante il GP del Giappone dello scorso anno.
 
Tanti piloti, diversi conosciuti da Bianchi ai tempi dei kart, e rappresentanti della F1 a rendere omaggio al pilota. Durante la messa anche le note di due canzoni molto amate da Bianchi: Hotel California degli Eagles e La notte di Arisa. Circostanza, quest'ultima, che testimonia, oltre al cognome, le origini e l'attaccamento di Jules all'Italia.
 
La Ferrari, oltre che con Vettel, è stata presente a Nizza anche con il team principal Maurizo Arrivabene. Bianchi faceva parte dell'Academy di Maranello e nei giorni scorsi sia Montezemolo che Domenicali, rispettivamente ex presidente ed ex team principal della Scuderia, hanno raccontato come il passaggio del pilota alla Rossa fosse stato pianificato da tempo.
 
Al termine della celebrazione, tutti i piloti prersenti - tra questi Hamilton, Vettel, Rosberg, Grosjean, Massa, Maldonado, Gutierrez - si sono stretti in cerchio attorno alla bara. Il feretro è poi stato portato a Montecarlo per essere cremato. Bianchi avrebbe compiuto 26 anni il 3 agosto.
 
Arrivederci Jules...

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