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BELGIO
 
"La nazionale di Wilmots si ritrova tra le favorite del torneo", quanti di voi avrebbero mai pronunciato una frase simile qualche anno fa?
Eppure questa è la realtà di oggi anche secondo i bookmakers che piazzano il Belgio sullo stesso piano dell'Inghilterra dietro a Francia, Germania e Spagna.
 
La storia di questa generazione fenomenale comincia con una rivoluzione calcistica che ha sconvolto il "Plat Pays" circa 20 anni fa, un cambio strutturale che comincia con la Federazione ed arriva fino alle più piccole scuole calcio: gli stessi standard e le stesse linee guida devono essere applicate dall'Under16 fino alla nazionale dei grandi (un esempio lampante il 4-3-3 con due mediani ed un uomo di fantasia dietro al tridente con cui si schierano tutte le selezioni belghe).
Si formano sotto questi principi i vari De Bruyne, Kompany, Lukaku. Alcuni, come Hazard e Nainggolan, partono all'estero ma hanno comunque il tempo di crescere in squadre giovanili ben collaudate.
Ad aiutare il processo di crescita di questa nazionale, ad oggi una delle squadre a più alto concentrato di talento al mondo (secondi probabilmente solo all'Uruguay con i suoi 3.5 milioni di abitanti), la fortuna di ritrovare nella stessa generazione diversi giocatori di livello internazionale.
 
Dopo un Mondiale 2014 da outsider, conclusosi con l'eliminazione ai quarti patita contro l'Argentina finalista, Hazard & co. cercano conferme nella competizione continentale alla quale non prendono parte dal 2000, anno in cui l'Europeo si è disputato sul suolo belga.
Nelle qualificazioni il percorso da imbattuta è stato frenato solo dal solido Galles (1-0 a Cardiff), ad ogni modo il Belgio ha incassato solo 5 reti nelle 10 gare e ne ha segnate ben 24 (quanto la Germania).
Il problema che attende al varco gli uomini di Wilmots è la perdita del loro uomo più carismatico: Vincent Kompany. Senza di lui il livello della retroguardia scende drasticamente, seppure sia solitamente spalleggiato da giocatori di grande livello come Vertonghen e Alderweireld.
La fascia di capitano ed il fardello dello spogliatoio passano ad Hazard che dovrà dimostrare che la pessima stagione appena conclusa sia stata solo un eccezione, i 4 gol nelle ultime 5 col Chelsea dimostrano che è in forma. In generale però gli avanti del Belgio non passano un buon momento (Lukaku ha ultimamente le polveri bagnate, Benteke è stato poco utilizzato e Origi rientra da un infortunio) e Wilmots potrebbe come in Brasile riservarci una sorpresa, segnatevi quindi Batsuhayi.
Le note positive arrivano da De Bruyne e dagli "italiani" Nainggolan e Mertens, ormai consolidato jolly dalla panchina.
 
CONSIGLIATI: De Bruyne, Hazard, Nainggolan
 
SCONSIGLIATI: J.Lukaku, Denayer
 
SORPRESE: Mertens, Batsuhayi
 
ITALIA
 
Poche volte, da 10 anni a questa parte, la nostra amata Nazionale parte accolto da tanto scetticismo: sarà per la effettiva pochezza della rosa a nostra disposizione (soprattutto in attacco), sarà per gli infortuni eccellenti che hanno ulteriormente indebolito la squadra, ma l'Italia di Conte, ascoltando molti commentatori, sembra essere destinata ad un rapido ritorno a casa.
 
Ciò nonostante, tutti noi sappiamo che spesso, quando partiamo sfavoriti dal pronostico, poi sappiamo sorprendere tutti, trovando la forza di andare oltre i limiti tecnici. Sarà così anche stavolta? Naturalmente ci speriamo.
 
In attesa di conoscere la lista definitiva dei convocati, le certezze su cui può contare Conte sono già ben individuate: la difesa, a prescindere dal fenomeno Buffon, sarà costituita dal blocco Juve, con l'aggiunta di Darmian. A centrocampo, difficile pensare ad una esclusione del jolly Florenzi, di Candreva e di Thiago Motta, con Parolo probabile titolare aggiuntivo (pur con Montolivo in agguato per una maglia da titolare). In attacco, infine, probabile la convocazione di Stephan El Shaarawy, che andrà ad aggiungersi a Pellè, Zaza ed Eder e, ci auguriamo, Insigne e Pavoletti.
 
CONSIGLIATI: Buffon, Bonucci , Florenzi,
SCONSIGLIATI: Montolivo, Eder
SORPRESA: El Shaarawy
 
SVEZIA
 
Ibrahimovic, senza ombra di dubbio le sorti degli svedesi dipendono interamente dalla vena del fenomeno del PSG. Nonostante si sia autoproclamato da poco leggenda, Zlatan ha indubbiamente qualche problema a far la differenza in campo internazionale, soprattutto in club ma anche in Nazionale.
Certo i suoi 8 gol nelle qualificazioni hanno permesso agli scandinavi di tenere il passo della Russia (seconda nel gruppo G) ma non di qualificarsi direttamente. E così, due anni dopo la batosta subita ad opera di Cristiano Ronaldo, Ibra si è trovato di nuovo davanti il muro degli spareggi ed il fantasma dell'ultima spiaggia. Così contro la Danimarca, un avversario comunque di tutto rispetto, il campione di Malmo ha messo in rete non due (contro il Portogallo non era bastato) ma tre palloni e fatto tacere chi lo accusava di non essere decisivo abbastanza.
 
Adesso la Svezia si presenta in Francia come mina vagante del Gruppo E e punta chiaramente almeno agli ottavi, entrando probabilmente tra le migliori terze della fase a gironi. Oltre al sopracitato Ibrahimovic, che trascende dal resto della squadra, i gialloblu sono un mix di giocatori d'esperienza (Kallstrom, Granqvist e Isaksson per citare qualcuno) e di giovani promettenti, ben quattro convocati infatti un anno fa vincevano l'Europeo U21: Lindelof, Lewicki, Guidetti ed il "nostro" Hiljemark. In questo cambio generazionale il torneo francese può rappresentare la consacrazione soprattutto per gli ultimi due.
 
CONSIGLIATI: Ibrahimovic, Kallstrom
 
SCONSIGLIATI: Granqvist
 
SORPRESA: Hiljemark, Guidetti
 
IRLANDA
 
Terza partecipazione agli Europei per la Nazionale dell'EIRE, guidata fino a pochi anni fa dal nostro Giovanni Trapattoni ed ora affidata alle mani di Martin O' Neill. Gli irlandesi si sono qualificati per la fase finale di Euro 2016 sconfiggendo, nello spareggio, la Bosnia dei "nostri" Pjanic e Dzeko, dopo esser giunti terzi nel proprio girone di qualificazione alle spalle di Germania e Polonia.
 
La Nazionale di O'Neill non è certamente fra le favorite per la vittoria finale: il suo miglior giocatore, infatti, è verosimilmente ancora oggi il 36enne Robbie Keane, che si sta godendo la fine della sua carriera negli States; per il resto, l'EIRE vanta alcuni nomi dignitosi come McGeady, Walters e Long, ma certamente punta più sulla fisicità e sul dinamismo che non sulla tecnica. Da segnalare, in porta, il sempiterno Shay Given, che a 40 anni pare non volerne proprio sapere di appendere i guantoni al chiodo.
 
Difficilmente, considerando il livello delle rivali (sì, persino la scalcinata Italia), l'EIRE può sperare di passare il girone. Tuttavia, se volete provare a scommettere su una squadra improbabile, qualche nome in grado di fare un'onesta figura è presente anche nella squadra di O'Neill. In particolare, i nomi consigliabili fanno ovviamente parte dell'attacco: l'EIRE dovrebbe infatti schierarsi con un classico 4-2-3-1, con Long punta centrale ed un trittico di giocatori offensivi alle sue spalle. Difficile pensare ad un Keane titolare fisso, ma il vecchio leone potrebbe comunque dire la sua
 
CONSIGLIATI: Walters, Long
SCONSIGLIATI: Ward, Clark
SORPRESE: Coleman, Keane
 
A cura di Andrea Barricelli e Davide Conserva per Fantacalciamo
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