Quasi commovente in quell'addio malinconico e struggente,
rinunciava a tanti soldi per amore della sua gente,
desideroso di mostrar "quasi gratis" le sue ultime recite,
l'importante era "combattere" a nome di quel popolo per cui era "Re".
 
 
Non vincere necessariamente, non lauti ingaggi e coppe dall'appeal internazionale,
ma semplicemente esaltar l'atto stesso del combattere,
fianco a fianco,
con e per la sua gente.
Praticamente un Eroe post-Moderno, di quelli che fanno tanto cassetta, ma che infondo e come quasi tutti, riempono solo la loro.
 
Evito d'immaginare i pensieri a tal riguardo di Marotta ed Agnelli,
ma sono sicuro che nemmeno loro,
hanno mai creduto
alla storia del figlio grato che ritorna a casa.
La Juventus ha semplicemente fatto due conti
e capito, che un Tevez scontento avrebbe portato solo danni.
Soprattutto di spogliatoio.
Il Tevez che gioca a golf in Argentina e stipendiato dal City, oramai è storia intessuta di sfregio.
Per chi lavora veramente.
 
Storia scritta e da scrivere. Come Tevez in Cina.
Ma perfavore Carlitos,
la prossima volta sposa la retorica ed evita la morale.